21° Congresso nazionale - Terzo mandato per Monica Tommasi

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Sabato 6 aprile 2024 si è tenuto a Roma, presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, il 21° Congresso nazionale degli Amici della Terra, che ha rieletto gli organi associativi e confermato la presidente Monica Tommasi per il terzo mandato.
E’ stata approvata la mozione presentata da Tommaso Franci che determina una svolta sulla posizione sul nucleare.

 

La mozione votata dal congresso


 

Mozione

Il 21° Congresso degli Amici della Terra,

rileva che l’Associazione porta avanti il proprio impegno per un ecologismo razionale e responsabile da più di 45 anni,

Conferma l’approccio degli Amici della Terra alle principali questioni ambientali - rischi naturali, tutela delle acque e servizi idrici, gestione dei rifiuti, efficienza energetica e fonti rinnovabili, industria e sviluppo sostenibile, controlli ambientali, partecipazione e accesso alle informazioni ambientali, biodiversità e paesaggio, trasporti, semplificazione delle normative ambientali – così come delineate nella piattaforma programmatica dell’associazione approvata dal 14° Congresso nel 2015 e ampliata dal 17°congresso del 2019.

Sottolinea l’importanza del contributo dato dall’Associazione al dibattito pubblico nazionale tramite l’Astrolabio che, dal 2012, in dodici anni di attività, è diventato un punto di riferimento per l’analisi delle politiche ambientali ed energetiche, con contributi diversi e qualificati - rappresentativi di realtà esperte, accademiche, imprenditoriali, istituzionali - e che registra un’attenzione crescente. Ricorda con riconoscenza il gruppo dei fondatori della testata e ringrazia per il lavoro svolto dal 2015, l’attuale direttrice Rosa Filippini.

Considera che negli ultimi due decenni, l’impegno dell’associazione sui temi delle politiche energetico ambientali e di contrasto alle emissioni climalteranti è stato assiduo e indispensabile all’elaborazione di un approccio razionale e non ideologico.
- Questa attività si è svolta e si svolge attraverso specifiche campagne nazionali come quella per l’efficienza energetica oggi all’insegna di “Primalefficienza”; quella per la promozione del ruolo delle pompe di calore nella transizione energetica; quella per la riduzione delle emissioni di metano. Ma anche attraverso posizioni coraggiose o mantenute nel tempo, come quella contro i sussidi fuori misura alle fonti rinnovabili elettriche intermittenti e alla loro proliferazione selvaggia.

- Le annuali Conferenze nazionali sull’efficienza energetica e i rapporti prodotti dall’associazione in occasione di questi eventi hanno prodotto un monitoraggio continuo dell’evoluzione delle politiche energetico ambientali a tutti i livelli - internazionale, europeo e nazionale, e consentito una valutazione basata sulla realtà dei fatti.

Il Congresso premesso che:
- A seguito degli accordi di Parigi del 2015, con la forte affermazione delle politiche contro i cambiamenti climatici, le prospettive di decarbonizzazione delle economie, a cominciare dalla produzione elettrica, sono entrate a far parte delle priorità riconosciute dalla comunità internazionale e delle principali istituzioni sovranazionali.

- Oggi, in Italia, i dati sull’andamento delle emissioni climalteranti, dei consumi di energia, dei miglioramenti di efficienza energetica, della penetrazione elettrica e della diffusione delle FER riflettono in modo crescente le contraddizioni insite nelle politiche energetico-ambientali dell’Unione Europea. Queste politiche si sono rivelate fallimentari perché condizionate da obiettivi irrealistici e basate sull’affidamento acritico a tecnologie mitizzate come l’eolico, il fotovoltaico, le batterie, i veicoli elettrici e l’idrogeno che, in troppi casi, non sono disponibili o non effettivamente competitive e di cui sono sottaciuti e sottovalutati i risvolti ambientali negativi.

- L’impatto ambientale e paesaggistico degli impianti eolici e fotovoltaici nel territorio italiano è stato gravemente sottovalutato. Gli impianti eolici – ora con torri alte anche oltre i 200 metri - sono stati realizzati e vengono ancora autorizzati senza alcuna pianificazione territoriale, in base ai soli interessi delle aziende proponenti e in aree sempre più vaste, con la conseguente devastazione di paesaggi storici, compromissione dei valori culturali e alterazioni irreversibili di valori ecosistemici, minando anche attività turistiche e agricole di pregio. Gli impianti fotovoltaici a terra stanno raggiungendo una diffusione e dimensioni tali da rappresentare il principale fattore di consumo del suolo - come documentato da ISPRA – e un danno certo, oltre che per il paesaggio, anche per la produzione agricola.

- Le politiche per la transizione basate su uno sviluppo repentino e acritico di fonti rinnovabili elettriche intermittenti, batterie e veicoli elettrici stanno generando una domanda di estrazione di metalli e materie prime critiche che, oltre a provocare impatti ambientali diretti non adeguatamente considerati, implica un consumo crescente di energia ed un aumento significativo delle emissioni a livello globale. L’analisi del ciclo di vita non sembra supportare la sostenibilità di queste tecnologie persino dal punto di vista delle emissioni climalteranti, ovvero il problema che esse dovrebbero prioritariamente risolvere.

- In particolare, la strategia europea che si prefiggeva di trascinare l’economia mondiale su un percorso di decarbonizzazione fondato principalmente sulle rinnovabili elettriche intermittenti, dimostrandone sul campo fattibilità e vantaggi, manca completamente il proprio obiettivo: l’aumento delle emissioni climalteranti nei paesi emergenti supera di molto le faticose e costose riduzioni ottenute in Europa a scapito delle economie europee. Al fallimento si aggiunge il paradosso di favorire le tecnologie le cui filiere di produzione, dall’estrazione mineraria alle lavorazioni ad alto impatto ambientale, sono monopolio dei paesi come la Cina, responsabili dell’aumento esponenziale di emissioni e di politiche neocoloniali verso i paesi ricchi di risorse naturali ma ancora esclusi dal benessere economico.


In questo scenario, il 21° Congresso ritiene che:

- attraverso il confronto trasparente su basi reali, la società italiana e le sue rappresentanze si trovano di fronte alla responsabilità di discutere e decidere consapevolmente sulle opportunità offerte oggi dalle migliori tecnologie disponibili di produzione di energia da tecnologie nucleari e dai progetti di cattura e confinamento della CO2. Certamente, nei confronti di queste soluzioni tecnologiche non è più accettabile opporre veti o tabù, se si intende mantenere e perseguire davvero l’obiettivo di zero emissioni climalteranti entro metà del secolo;

- la battaglia antinucleare che ha caratterizzato gli Amici della Terra alle loro origini fu innanzitutto motivata dalla lotta contro i sistemi chiusi e autoritari, contro le decisioni coperte da segreto d’ufficio, per la trasparenza e la disponibilità dei dati ambientali, contro una classe di politici e scienziati che si ritenevano dispensati dall’informazione diffusa e dal confronto aperto sul destino e le aspettative dei territori coinvolti dalle iniziative industriali. Il nostro impegno principale, per anni, fu quello per l’indipendenza delle autorità di controllo e sicurezza;

- anche oggi è necessario che l’Italia non ritardi oltre le iniziative per garantire tutela ambientale e sicurezza, a partire dalla realizzazione di un impianto di gestione dei rifiuti radioattivi (oggi custoditi in via provvisoria in numerosi centri di stoccaggio) a alla messa in campo di autorità di controllo e sicurezza che dispongano di tutte le risorse indispensabili per il loro funzionamento, offrendo ai cittadini i migliori standard di trasparenza e informazione.

Il 21° Congresso impegna gli Amici della Terra:

- ad operare in modo costruttivo per il superamento dell’attuale impostazione delle politiche UE in materia di energia che sono al centro del dibattito delle prossime elezioni europee e della formulazione del programma della nuova Commissione; in questa prospettiva, la prima opportunità per conseguire risultati concreti di decarbonizzazione è quella di applicare concretamente il principio della priorità dell’efficienza energetica, sempre rimasto sulla carta. Se adottato in modo adeguato esso consentirebbe una sinergia virtuosa fra le risorse allocate negli investimenti per la riduzione delle emissioni e l’aumento della competitività europea e nazionale;

- a rilanciare la propria iniziativa per riformulare, in Italia, i target e le politiche energetico ambientali in un’ottica di neutralità tecnologica, a partire dalle campagne per la priorità dell’efficienza energetica, pompe di calore, biocombustibili, recupero energetico da rifiuti e teleriscaldamento, riduzione delle emissioni dirette nella filiera del gas naturale;

- a proseguire la campagna per la riduzione delle emissioni di metano promuovendo le politiche per arrivare nel 2030 a una riduzione del 30% rispetto al 2022 con l’attuazione delle misure necessarie nei diversi settori interessati: gestione dei rifiuti, agricoltura e ed energetico. Per quelle del settore energetico sostenere le iniziative di cooperazione internazionale per la riduzione delle emissioni di metano nei Paesi extra UE esportatori di gas naturale verso l’Italia;

- a proseguire le iniziative per la promozione del ruolo delle pompe di calore nelle politiche di decarbonizzazione in cui saranno decisive le scelte nella riforma del sistema delle detrazioni fiscali, un programma di formazione rivolto a progettisti e imprese di installazione e una campagna di comunicazione sulle pompe di calore per la climatizzazione residenziale rivolta agli utenti per metterli in condizioni di effettuare scelte informate e consapevoli;

- ad operare a sostegno delle comunità aggredite da progetti eolici e fotovoltaici a terra senza pianificazione e gravemente lesivi dei beni paesaggistici, naturalistici e agricoli;

- a coltivare un nuovo atteggiamento di fiducia verso la scienza, lo sviluppo sostenibile e l’industria responsabile guardando senza pregiudizi, alle reali opportunità offerte da tutte le tecnologie per la decarbonizzazione disponibili e competitive nel breve-medio termine, compreso il nucleare e le tecniche di cattura e confinamento della CO2, purché adeguate ad assicurare a tutti i popoli nel mondo un futuro di benessere, sicurezza e conservazione delle risorse naturali;
- ad agire per diffondere consapevolezza e responsabilità nell’azione politica affinché siano sempre chiari risultati, tempi e impatti delle azioni e degli investimenti. Solo così possiamo agire con efficacia ed efficienza e massimizzare, nella misura del possibile, la riduzione di ogni emissione nociva e di ogni azione distruttiva dell’ambiente naturale.

Presentata da Tommaso Franci


 Gli organi associativi eletti dal congresso

 

 CONSIGLIO NAZIONALE

Donovan BALDASSARRI - Ettore BARBAGALLO - Carlotta BASILI - Maria BELVISI - Manrico BENELLI - Taira BOCCHINO - Renza BOLLETTIN - Gian Luca BORDIGA - Agostino BRUSCO - Giovanni BRUSSATO - Laura CALCAGNI - Caterina CHECCUCCI - Maurizio CONTICELLI - Laura CUTAIA - Maria D’AMICO - Gemma FILIPPINI - Carlo FODERA' - Tommaso FRANCI - Sergio GATTESCHI - Francesco GIGLIANI - Diego GAVAGNIN - Angela GIUDICEANDREA - Ezio LORENZETTI - Francesco MARTELLINI - Pier Paolo MATTIONI - Mara MESCOLINI - Fabio MODESTI - Valeria NERVI - Giovanni PICONE - Mario PILEGGI - Gianluca ROSSI - Raffaele SCIALDONI - Raffaele SPAGNUOLO - Annamaria TELINO - Andrea TRENTA - Susanna RAFFA

DIREZIONE

Donovan BALDASSARRI - Carlotta BASILI - Tommaso FRANCI - Mara MESCOLINI

GARANTI

Corrado DE MARTINI - Rosa FILIPPINI - Anna Laura RADICONCINI

REVISORI DEI CONTI

Membri effettivi: Palma CAIONI - Giovanni PACE - Tiziana TOCCO
Membri supplementari: Laura CALCAGNI - Marco TOMMASI