Il primo evento espositivo in Europa sulle tecnologie per ridurre le emissioni di metano
COMUNICATO STAMPA
Organizzato da Amici della Terra per il 23 ottobre presso lo “Spazio HERA”a Bologna. Ingresso gratuito.
Lo stato dell’arte del mercato di apparati e strumenti per il monitoraggio e il rimedio di fughe e rilasci servirà per conoscere la disponibilità di tecnologie per l’attuazione delle prescrizioni europee che prevedono non più stime delle imprese ma rilievi puntuali certificati. Visita la pagina dedicata per info e registrazione.
Roma, 08/09/2025 - Dall’agosto dello scorso anno è in vigore il Regolamento europeo 2024/1787 che rivoluziona tempistiche e procedure per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Il metano impatta più dell’80% rispetto alla CO2 sul riscaldamento globale e l’Europa ne è il più grande consumatore. Il regolamento prevede adesso controlli puntuali sulle infrastrutture e non solo le stime delle emissioni comunicate dai gestori.
Il provvedimento è particolarmente rilevante per l’Italia, che dispone dell’infrastruttura più importante ed estesa d’Europa. Fino ad ora i controlli sulle perdite di metano hanno riguardato gli aspetti di sicurezza, adesso invece si guarda alle emissioni totali in atmosfera e diventano rilevanti anche le fughe più minute. Qui i numeri di gasdotti, pozzi dei giacimenti a terra e in mare di gas e petrolio (cui il metano è spesso associato), impianti di GNL, stoccaggi, impianti di compressione e decompressione da controllare (dati 2024).
861 pozzi produttivi di petrolio e gas a terra; 715 pozzi produttivi in mare; 81 centrali di raccolta e trattamento a terra; 112 piattaforme marittime; 17 teste pozzo sottomarine; 35.436 km rete di trasporto nazionale del gas in alta pressione; 13 grandi impianti di compressione e spinta del gas in alta pressione; 5 terminali di rigassificazione (quattro a mare uno a terra); 2 depositi di gas naturale liquefatto (GNL); 497 pozzi che alimentano 15 stoccaggi sotterranei; 1.614pozzi chiusi (538 in fondali marini e 1.067 a terra); 272.176 km reti locali di distribuzione (1.727 alta pressione, 155.162 media, 55.287 bassa); 6.921 cabine; 104.363 gruppi di riduzione finale.
Dichiara Tommaso Franci, Responsabile energia dell’Associazione: “Questi numeri ci dicono che il monitoraggio puntuale dell’infrastruttura nazionale del gas naturale rappresenta una sfida gigantesca. Per questo abbiamo ritenuto necessario avviare una verifica sulle tecnologie disponibili e quanto sono in grado di ridurre l’impatto economico, organizzativo e ambientale di monitoraggi e rimedi”.
“Teniamo presente che oltre a grandi gruppi come ENI, SNAM, Italgas, Shell o Totalenergies, operano anche piccole e piccolissime imprese di distribuzione locale del gas, che sono ben 191, con alcune che servono poche migliaia di clienti.” ha proseguito Franci.
“Il Regolamento prevede di tenere conto della effettiva attuabilità delle misure previste, e pensiamo che qualche cosa dovrà essere fatto, però se è vero che in molti casi l’ostacolo è rappresentato dalla numerosità dei punti da controllare, anche sui fondali marini, è altrettanto vero che piccole perdite moltiplicate per grandi numeri portano a impatti importanti sul clima” ha concluso il responsabile energia degli Amici della Terra.
Amici della Terra ha avviato dal 2019 una campagna di sensibilizzazione per la riduzione delle emissioni di metano. Nel 2020 è stato elaborato uno studio sul contesto nazionale e dal 2021 è attivo un Tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati. Nel 2023 è stata elaborata una strategia nazionale condivisa, di cui molti principi e obiettivi hanno trovato riscontro nel Regolamento della Commissione europea. Il Tavolo ha accompagnato, anche in rapporto con il MASE, la fase ascendente del Regolamento europeo ed è adesso impegnato ad agevolarne l’attuazione.
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