Smaltimento dei rifiuti urbani in discarica e produzione di biogas

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IL PROBLEMA RIFIUTI

di Vito Iaboni

L’obiettivo del presente lavoro è mettere a disposizione, di quanti sono coinvolti o ripongono interesse nella discarica per rifiuti urbani (RU), una serie di dati e informazioni (europei e nazionali) riguardanti le quantità di rifiuti smaltiti, il biogas prodotto, cenni sulla generazione del biogas e relativi modelli di calcolo.

Discariche e gas serra
185 chilogrammi pro capite sono la quantità media dei RU smaltiti in discarica dai cittadini europei (UE 27), registrata nel 2010 da EUROSTAT, facendo la media tra i 610 chilogrammi di Cipro e i 2 chilogrammi della Germania e dell’Olanda. In particolare in - Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Austria, Svezia - a fronte di una produzione di 71 milioni di tonnellate di RU (il 28% della produzione UE 27), vengono smaltiti 446.000 tonnellate di RU in discarica (lo 0,2% della produzione UE 27 e lo 0,6% della produzione dei sei paesi). Per contro, in - Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Grecia, Cipro, Romania e Slovacchia - a fronte di una produzione di 20,5 milioni di tonnellate di RU (l’8,2% della produzione UE 27) vengono smaltiti 17,2 milioni di tonnellate di RU in discarica (il 7% della produzione UE 27 e l’84% della produzione dei RU dei paesi in questione).

A livello nazionale sono, invece, 248 chilogrammi pro capite la quantità media dei RU smaltiti in discarica, registrata nel 2010 da ISPRA, facendo la media tra i 483 chilogrammi della Sicilia, i 482 chilogrammi della Liguria e i 38 chilogrammi della Lombardia. A livello di macroregioni si registrano le seguenti situazioni: il Nord con circa 3,6 milioni di tonnellate si attesta al 25% (Liguria 78,6% - Lombardia 7,7%); il Centro con 4,5 milioni di tonnellate si attesta al 62% (Lazio 73,9% - Toscana 43,4%); il Sud con 6,5 milioni di tonnellate si attesta al 66% (Sicilia 93,4% - Sardegna 40,6%).

Lo smaltimento in discarica, genera significative quantità di biogas dalla frazione biodegradabile dei RU, principalmente metano (CH4) e anidride carbonica (CO2) nonché lo stoccaggio di carbonio organico (carbon sink)

Le emissioni di CH4 nell’EU 15 da discarica per RU registrate da AEE, sono passate dalle 142,6 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 1990 alle 82,5 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 2010 con una riduzione di circa il 42%; in Italia (AEE) sono passate dalle 15,2 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 1990 ai 12,9 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 2010 con una riduzione di circa il 15%.

Le principali metodologie per la stima, nel tempo, della quantità dei gas serra emessi e del carbon sink, sono state sviluppate da ADEME, GasSim, LandGem e IPCC Tier II model. Il modello AEE, invece, ipotizza che tutto il biogas sia emesso nello stesso anno in cui i RU sono conferiti in discarica.

A fronte di una composizione merceologica dei RU smaltiti in discarica nella regione Emilia Romagna riferita al 2008, secondo la metodica AEE 2001, il biogas prodotto risulta pari a 142 Nm3/t (RU) e il carbonio organico sequestrato è pari a 357,2 kg/t (RU) di CO2 eq..

Lo sforzo compiuto, l’applicazione delle metodologie di stima individuate, consente di disporre degli elementi necessari per una valutazione di massima della produzione dei gas serra da discarica. Tali informazioni risultano importanti ai fini della comprensione delle criticità di alcune aree del nostro Paese, che non hanno consentito la piena attuazione di un sistema di gestione integrata dei rifiuti. Infine viene sottolineato che una corretta gestione dei rifiuti, finalizzata alla riduzione del ricorso in discarica a favore del riciclo dei materiali e del recupero energetico può contribuire in maniera significativa sia alla riduzione delle emissioni di gas serra dal ciclo dei RU sia al depauperamento del territorio.

La discarica in Europa
In Europa (UE 27) nel 2010, secondo l’EUROSTAT [1] a fronte di una popolazione di circa 501 milioni d’abitanti sono stati prodotti circa 252 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (RU), corrispondenti ad una produzione pro capite di 504 kg (tabella 1).

Circa 93 milioni di tonnellate di RU, il 37% della produzione, corrispondenti a 185 kg pro capite, sono stati smaltiti in discarica che, si consideri che nel 2007 tale valore era al 42%.

Sei paesi membri - Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Austria, Svezia - per un totale di circa 123 milioni d’abitanti, circa un quarto della popolazione UE 27, a fronte di una produzione di 71 milioni di tonnellate di RU (il 28% produzione UE 27), smaltiscono complessivamente 446.000 tonnellate di RU in discarica (lo 0,2% dei rifiuti prodotti in UE 27 e lo 0,6% della produzione dei sei stati membri).

All’opposto, negli otto paesi membri - Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Grecia, Cipro, Romania e Slovacchia - per un totale di circa 52,5 milioni d’abitanti (lo 10,5% popolazione UE 27) a fronte di una produzione di 20,5 milioni di tonnellate di RU (l’8,2% produzione UE 27) si smaltiscono complessivamente circa 17,2 milioni di tonnellate di RU in discarica (il 7% dei rifiuti prodotti in UE 27 e l’84% della produzione degli otto paesi presi in considerazione).

Tabella 1 – Produzione e smaltimento in discarica dei rifiuti urbani in Europa (Anno 2010)


Elaborazione su fonte EUROSTAT [1] e ISPRA [2]

Note tabella 1:
(1)   I valori riportati sono fonte ISPRA [2]

La discarica in Italia
In Italia nel 2010, secondo l’ISPRA [2], a fronte di una popolazione di circa 60,6 milioni d’abitanti, sono stati prodotti circa 32,5 milioni di tonnellate di RU, corrispondenti ad una produzione pro capite di 536 kg.

I rifiuti smaltiti in discarica ammontano a circa 15 milioni di tonnellate, corrispondenti a 248 chilogrammi pro capite, il 46% della produzione; si consideri che nel 1997 (figura 1) erano circa 21 milioni di tonnellate pari all’80% della produzione (circa 26 milioni di tonnellate) [2].

Analizzando i dati in dettaglio (tabella 2), a livello di macroregioni, si evidenziano le seguenti situazioni:

  • il Nord con circa 3,6 milioni di tonnellate si attesta al 25% (Liguria 78,6% - Lombardia 7,7%);
  • il Centro con circa 4,5 milioni di tonnellate si attesta al 62% (Lazio 73,9% - Toscana 43,4%);
  • il Sud con circa 6,5 milioni di tonnellate si attesta al 66% (Sicilia 93,4% - Sardegna 40,6%).

Tabella 2 – Produzione e smaltimento in discarica dei rifiuti urbani in Italia (Anno 2010)


Elaborazione su fonte ISPRA [2] 

Figura 1 – Produzione e smaltimento in discarica dei rifiuti urbani in Italia (1997-2010)


Elaborazione su fonte ANPA, APAT e ISPRA [2]

Con l’entrata in vigore del Dlgs 36/2003 [3] di recepimento dei requisiti tecnici imposti dalla normativa europea (direttiva 1999/31/CE - discariche di rifiuti), il quadro impiantistico nazionale, relativo alle discariche, ha subito delle modifiche: sono state chiuse 263 discariche (215 al Sud, 37 al Nord e 11 al Centro). Nell’anno 2010, erano in esercizio 211 discariche e quelle di maggiori dimensioni erano dotate di impianti di recupero energetico del biogas e di trattamento del percolato.

Lo stesso decreto prevedeva specifici obiettivi temporali di riduzione progressiva dello smaltimento in discarica dei rifiuti biodegradabili: a breve termine (173 kg/anno per abitante entro il 2008), a medio termine (115 kg/anno per abitante entro il 2011) e a lungo termine (81 kg/anno per abitante entro il 2018). Nonostante il divieto imposto all’art. 7, il quale stabilisce che i rifiuti possono essere allocati in discarica solo dopo trattamento, tuttavia, si registra ancora il ricorso allo smaltimento in discarica di rifiuto tal quale. Secondo l’analisi dei dati per l’anno 2010 dell’ISPRA [2], per macroarea geografica, si registra che al Nord viene pretrattato il 40% dei rifiuti smaltiti in discarica, al Centro il 35% e al Sud il 46%.

Cenni teorici sulla formazione del biogas in discarica
Come noto le discariche operano in condizioni anaerobiche, nelle quali il carbonio organico presente nei RU, attraverso reazioni biochimiche, viene convertito in biogas, principalmente metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), nonché composti organici volatili non metanici (COVNM), piccole quantità di protossido di azoto (N2O), ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO).

La formazione del biogas è condizionata dalla composizione dei rifiuti; in particolare dall’entità del rapporto C/N, così come dal contenuto di umidità, dalla struttura e dalla composizione della matrice solida e dalla presenza di frazioni cellulosiche e materiali plastici; questi ultimi possono offrire il vantaggio di ostacolare e limitare la diffusione di aria nell’ammasso favorendo le condizioni anaerobiche del processo.

Si rileva anche come l’evoluzione della raccolta differenziata abbia influenzato la composizione merceologica dei RU, con conseguenti risvolti che riguardano rispettivamente il PCI (potere calorifico inferiore), che tende ad aumentare, ed il contenuto di carbonio biogenico che tende invece a diminuire.

Si stima che il 33% delle discariche raggiunga la fase metanogenica entro 2,5 anni dopo in conferimento dei rifiuti, il 73% dopo 4 anni e il 93% dopo 10 anni. In presenza di condizioni ottimali, la maggior parte di produzione di biogas originata dai rifiuti avviene, secondo Hartsyard [4], entro i primi venti anni dallo smaltimento.

La formazione e la composizione del biogas, è dunque strettamente correlata ad alcune fasi distinte del processo di degradazione dei rifiuti con modalità che cambiano significativamente nel tempo, ma che possono essere ricondotte alle seguenti fasi elementari:

  • la prima fase è aerobica (con ossigeno disponibile all’interno della massa di rifiuti) con produzione di CO2;
  • la seconda fase è caratterizzata da una forte diminuzione dell’ossigeno disponibile fino a portare l’ambiente in condizioni anaerobiche con produzione di CO2;
  • nella terza fase (anaerobica) inizia la produzione di CH4 accompagnata da una riduzione di produzione della CO2, il cui contenuto inizialmente elevato decresce molto velocemente fino a raggiungere condizioni di quasi stazionarietà nella composizione del biogas.

L’analisi elementare della frazione organica può essere approssimativamente essere rappresentata dalla seguente formula chimica [5]:

C6H10O4

Le reazioni di produzione del biogas possono essere rappresentate dalle seguenti reazioni [5]:

C6H12O6 -> 2C2H5OH + 2CO2

CH3COOH -> CH4 + CO

CO2 + 4H2 -> CH4 + 2H2O

La massima produzione di biogas può essere determinata dalla seguente reazione chimica [5]:

C6H10O4 + 1,5H2O = 3,25 CH4 + 2,75 CO2

Questa reazione dà luogo ad una minima produzione di calore ed il biogas prodotto contiene CH4 e CO2 (in percentuali di circa il 50%). Contiene, inoltre, anche vapore d’acqua (in quantità corrispondenti alla tensione di vapore) ed altri gas (N2, H2S ecc.). Il rapporto tra i pesi molecolari del RU (146) e dell’acqua (18) indica che un kg di H2O reagisce con5,4 kg di materiale organico.

La produzione di biogas dai rifiuti è estremamente variabile e condizionata dai seguenti fattori ambientali:

  • il contenuto d'acqua (fondamentale per il metabolismo dei batteri);
  • la concentrazione dei nutrienti (azoto e fosforo importanti per un corretto sviluppo della flora batterica);
  • la presenza nel rifiuto di sostanze che inibiscono il metabolismo dei batteri;
  • la composizione merceologica e la pezzatura;
  • il contenuto in sostanza organica biodegradabile;
  • il pH (l’ambiente acido è dannoso per i batteri) e la temperatura all'interno del corpo discarica.

La stima delle emissioni del biogas in discarica
Le discariche sono una fonte significativa di emissioni di CH4, ma sono anche sede di stoccaggio (sink) a lungo termine di carbonio, infatti, almeno il 50% del carbonio organico non viene convertito.

Diversi sono i modelli di biocinetica per il calcolo della produzione di biogas, ma è evidente che l’estrema variabilità dovuta ai fattori elencati nel precedente paragrafo, la conseguente difficoltà di avere dati esatti di partenza per l’elaborazione, è tale da rendere tali modelli approssimativi. Da considerare, inoltre, che risulta praticamente impossibile replicare esattamente in una discarica le condizioni di un “bioreattore ideale”, quale quello considerato nei modelli biocinetici.

La figura 2 mostra le varie opzioni del rilascio del biogas e suoi sottoprodotti dopo l’ossidazione.

Figura 2 – Opzioni di rilascio del biogas da discarica


Fonte EPE [6]

A: Biogas ossidato ed emesso all’atmosfera (CO2)

B: Emissione di biogas in atmosfera (CO2 e CH4)

C: Perdita nel sistema di captazione del biogas (CO2 e CH4)

D: Recupero energetico del biogas in motori a combustione interna, in turbina o in caldaia (CO2 )

La produzione complessiva di biogas è compresa, secondo i dati di letteratura disponibili (1), tra i 100 e i 250 Nm3/t (RU) (54-135 Nm3/t (RU) di CH4).

Non tutto il gas è captabile (2) ma parte di esso viene disperso in atmosfera, l’IPCC 2006 [8] e l’AEE 2001 [7] valutano nel 20% il valore medio di captazione (3) nell’EU 27 (combustione in torcia e recupero energetico), l’ARPA Emilia Romagna [12] attraverso un’indagine condotta nel 2005 ha valutato un’efficienza media di captazione del 23%. L’AEE 2012 [13] rispetto ai valori sopraccitati, registra un’efficienza di recupero di metano molto maggiore, la media EU-15 è pari al 47% e risulta compresa dal 76% per l’Irlanda al 14% per il Lussemburgo.

Le emissioni di CH4 da discarica nell’EU 15 [13] (tabella 3), che rappresentano l’1,9% del totale delle emissioni di gas serra, sono passate dalle 142,6 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 1990 alle 82,5 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 2010 per una riduzione di circa il 42%; in Italia sono passate dalle 15,2 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 1990 alle 12,9 milioni di tonnellate di CO2 eq. del 2010 per una riduzione di circa il 15%. 

Tabella 3 – Emissioni di gas serra e CH4 dallo smaltimento in discarica in Europa (EU 15)

Stato
membro

Gas serra

Gas serra

CH4

CH4

1990

2010

1990

2010

Mt CO2 eq.

Mt CO2 eq.

Mt CO2 eq.

Mt CO2 eq.

1

Austria

3.314

1.350

3.314

1.350

2

Belgio

2.555

596

2.555

596

3

Danimarca

1.477

693

1.477

693

4

Finlandia

3.635

1.843

3.635

1.843

5

Francia

8.577

15.649

8.577

15.649

6

Germania

38.598

8.967

38.598

8.967

7

Grecia

2.226

3.468

2.226

3.468

8

Irlanda

1.173

727

1.173

727

9

Italia

15.254

12.892

15.254

12.892

10

Lussemburgo

75

35

75

35

11

Olanda

12.011

4.307

12.011

4.307

12

Portogallo

3.033

4.577

3.033

4.577

13

Spagna

4.893

11.439

4.675

11.437

14

Svezia

2.874

1.279

2.874

1.279

15

Regno Unito

42.927

14.689

42.927

14.689

 

EU - 15

142.622

82.511

142.404

82.509

Elaborazione su fonte AEE 2012 [13]

Numerose sono le metodologie atte a valutare le emissioni di biogas da discarica, i cui obiettivi e complessità variano in modo significativo, gli estremi dei principali modelli adottati sono riportati tabella 4.

Tabella 4 – Principali modelli di stima del biogas da discarica

Francia

ADEME Modello nazionale E-PRTR (1)

Utilizzato per il calcolo delle emissioni all’atmosfera di CH4, CO2, SOx, NOx dei rifiuti smaltiti in discarica

USA

LandGEM Modello EPA

www.epa.gov/ttn/catc/products.html

Regno Unito

GasSIM Modello nazionale E-PRTR

www.gassim.co.uk/

IPCC

Modello Tier II (2)

http://www.ipcc-nggip.iges.or.jp

Note tabella 4:
(1)   Regolamento 166/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, anche noto come E-PRTR [14]
(2)   Il modello IPCC Tier II viene utilizzato a livello nazionale

I modelli menzionati sono basati con l’introduzione del “modello di decadimento del primo ordine” e del fattore temporale; l’approccio cinetico permette una stima dell’andamento delle emissioni nel tempo più realistico ai reali processi che si instaurano in discarica.

La relazione seguente di tipo esponenziale (EPE [6]) rappresenta la formulazione matematica del modello cinetico del primo ordine:

QCH4 = L0*M*k*e-k*(t-x)

Dove:

QCH4 : quantità di metano generato per anno (Nm3/anno)

L0 : quantità di metano potenzialmente generabile (Nm3 CH4/t)

M: quantità di rifiuti in discarica (t)

k: costante cinetica di generazione del metano (anno-1)

x: anno in cui i rifiuti sono conferiti

t: intervallo di tempo che intercorre dall’anno di inizio della coltivazione della discarica all’anno corrente (t ≥ x)

Nella formula sopra riportata la variabile temporale è rappresentata dal termine t-x che individua gli anni nei quali il rifiuto è stato conferito.

La tabella 5 riassume le principali caratteristiche tecniche (dati di default) dei vari modelli riportati, la loro risoluzione mostra una certa complessità perciò richiedono una conoscenza approfondita per poter essere utilizzati nelle migliori condizioni.

I modelli ADEME e GasSim sono considerati i più complessi. I modelli LandGem (EPA) e Tier II permettono di considerare un tipo d dei rifiuti. Va notato che le equazioni utilizzate da GasSim sono integrate nel software di calcolo e inaccessibili agli utenti.

Le maggiori difficoltà che si incontrano sono rappresentate dalla disponibilità dei dati di input da inserire. In effetti, l’inserimento di dati storici datati non è agevole in quanto p.e. le analisi merceologiche dei rifiuti erano rare e/o incomplete. In ogni caso, se alcuni parametri iniziali da inserire nei modelli non sono pertinenti, per mancanza e/o carenza di disponibilità è essenziale modificarli ed adattarli alle condizioni specifiche del sito.

Tabella 5 – Caratteristiche tecniche dei principali modelli di stima del biogas da discarica

Note tabella 5:
(1) Il termine multifase o monofase deriva se il modello prende in considerazione uno o diversi tipi di rifiuti.
(2) ADEME ritiene che durante il primo anno, non ci sia produzione metano (condizioni aerobiche) – i valori iniziali dei fattori sono rispettivamente di 100, 50 e 0.
(3) Per l’efficienza di captazione sono utilizzati i seguenti valori: senza captazione (0%), area collegata ad un combustore (35%), copertura semi-permeabile (65%), copertura naturale impermeabile (85%) e geomembrane (90%).
(4) Utilizza i valori di captazione dei modelli teorici, ma viene applicato al valore di produzione.
(5) La metodologia Tier II non indica un valore per il potenziale di produzione di metano, ma un metodo di calcolo in base alla qualità dei rifiuti in discarica. Il valore riportato nella tabella è stato calcolato con l'ipotesi che nel rifiuto il 25% sia putrescibile e il 30% sia carta e tessili, ma deve essere adattato per ogni sito.
(6) Tre categorie di rifiuti: altamente degradabili, moderatamente degradabili e inerti. Per rifiuti altamente e moderatamente degradabili, sono considerate tre costanti cinetiche (veloce, medio, lento), rispettivamente associate al 15, 55 e 30% dei rifiuti.
(7) La percentuale di ossidazione si applica soltanto al metano non captato.
(8) AP42 sono parametri utilizzati nei report di regolamentazione negli Stati Uniti.

Altra metodologia di calcolo è quella della AEE 2001 [7], basata su un bilancio di massa che non considera alcun fattore temporale. L’ipotesi è che tutto il biogas sia emesso nello stesso anno in cui i RU sono conferiti in discarica.

A titolo esemplificativo a fronte delle caratteristiche merceologiche medie dei RU (2008) [15] conferiti in discarica nella regione Emilia Romagna, sono stati calcolati, con la metodologia utilizzata da AEE 2001, la composizione del biogas (CH4 e CO2) e i quantitativi del carbonio sequestrato (carbon sink) per tonnellata di rifiuto smaltito.

I risultati ottenuti indicano una produzione di biogas pari a 142 Nm3/t (RU) caratterizzata dalla seguente composizione volumetrica e di massa:

71,1 Nm3/t (RI) di CH4 (50,9 kg/ t (RU))

70,9 Nm3/t (RI) di CO2 (140,1 kg/ t (RU)) non conteggiabile, ai fini climalteranti, in quanto di origine biogenica

Va ricordato poi il sequestro di carbonio organico nel terreno come “sink” è pari a 357,2 kg/t (RU) di CO2 eq.

 

Note
(1)   Le seguenti fonti riportano che la produzione di biogas è: mediante l’utilizzo di un lisimetro di 149 Nm3/t (RU) secondo EEA [7], 100-200 Nm3/t (RU) secondo Themelis e Ulloa [5], negli USA 100-180 Nm3/t (RU) secondo IPPC 2006 [8]. La produzione del solo CH4 è: 122 Nm3/t (RU)) valore medio assunto in 25 discariche in California (16 Mt/a (RU) US EPA [9], 79-100 Nm3/t (RU) secondo NPi 2005 [10], di 100 Nm3/t (RU) secondo Scharff.e Jacobs [11].
(2)   Il sistema di captazione del biogas è parte integrante dell’impianto discarica. E’ buona norma procedere alla captazione del biogas sin dalle prime fasi di esercizio della discarica (sei mesi/un anno). A tale scopo si ritiene opportuno adottare tutti i possibili interventi progettuali (coltivazione per lotti a rapido esaurimento, sistemi di captazione temporanei orizzontali o verticali) e gestionali per accelerare i tempi di attivazione del sistema di captazione.
(3)   In tal caso di combustione si ha la conversione del CH4 in CO2 non conteggiata come gas effetto serra perché di origine biogenica. Secondo il Dlgs 36/2003 (di recepimento della Direttiva Discariche 1999/31/CE) [3] nelle discariche per rifiuti biodegradabili il biogas deve essere captato, trattato ed utilizzato. Nel caso in cui il biogas non possa essere utilizzato per la produzione di energia, esso deve essere combusto in torcia. In entrambi i casi può essere necessario un trattamento preliminare del biogas, specialmente nel di recupero energetico, a causa della presenza di composti dannosi per i dispositivi di conversione dell’energia, che devono essere rimossi prima della combustione.

Bibliografia

[1]     EUROSTAT, http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/
[2]     ANPA, APAT e ISPRA, Rapporto rifiuti (annualità varie)
[3]     Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (attuazione della direttiva 1999/31/CE - discariche di rifiuti) (Supplemento Ordinario n. 40 alla Gazzetta ufficiale del 12 marzo 2003 n. 59) Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti
[4]     Hartsyard K. “Methane in landfills: production, oxidation and emissions”, In: Proceedings Sardinia 1997, 6th International Waste Management and Landfill Symposium, S. Margherita di Pula (Cagliari) - 13-17 october 1997
[5]     Themelis N. J., Ulloa P. A. – Methane generation in landfill – Elsevier Ldt (15 april 2006).
[6]     EPE, Protocol for the quantification of the greenhouse gases emission from waste management activities (version4 – june 2010)
[7]     EEA (European Environment Agency) - ETC/RWM working paper 2008/1 - Municipal waste management and greenhouse gases -31 january 2008
[8]     Intergovernmental Panel on Climate Change – 2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories – Volume 5 Waste
[9]     USEPA- Solid waste management and greenhouse gases - A Life-Cycle Assessment of Emissions and Sinks - 3rd edition september 2006
[10]   Australian Government Department of the Environment and Heritage – National Pollutant Inventory – Emission Estimation Technique Manual for Municipal Solids Waste (MSW) Landfill Version 1.2 (12 may 2005)
[11]   Scharff H., Iacobs J. – Applying guidance for methane emission estimation for landfill - Elsevier Ldt (26 january 2006)
[12]   ARPA Emilia Romagna – NINFA – Extended workpackage “Emissioni e scenari emissivi – I inventario (2007)
[13]   EEA (European Environment Agency) - Technical report No 3/2012 - Annual European Union greenhouse gas inventory 1990–2010 and inventory report 2012
[14]   http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:033:0001:0001:IT:PDF
[15]   ARPA Emilia Romagna – La gestione dei rifiuti in Emilia Romagna (annualità varie)