Funziona bene? Vietato ai minori

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INCENERITORE DI ACERRA

Usammo il titolo “Miracolo ad Acerra” due anni fa,  per testimoniare l’ottima  notizia che fra Napoli e Caserta, sui rifiuti, almeno una cosa finalmente funzionava. Oggi l’inceneritore continua a funzionare bene e, forse proprio per questo, “le donne del 29 agosto” e i “volontari per Francesco” chiedono alle scuole di non andare più a visitare l’impianto. Pubblichiamo una sintetica cronaca della protesta pubblicata dal quotidiano “Roma” e la replica documentata del gestore A2A. 


Estratto dal quotidiano "Roma" del 31/03/2014
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ACERRA. «Invitiamo studenti ed insegnanti a non partecipare a visite guidate all ' inceneritore)).
La richiesta, contenuta in un volantino, è del comitato "Donne del 29 agosto".
Le attiviste erano in piazza Castello, dove il comitato " Volontari per Francesco" ha portato avanti la raccolta di firme contro li sforamenti delle polveri sottili da inviare al sindaco Raffaele Letti eri.
Quasi 500 quelle raccolte ieri mattina. Il prossimo appuntamento, sabato 5 aprile, al piazzale San Giuseppe (presso le suore). I volontari contestano altresì la mancata pubblicazione dei dati sulle emissioni atmosferiche, da parte di A2A e Arpac. «Gli inceneritori sono definiti impianti insalubri - si legge nel volantino- di forte impatto ambientale e i controllori sono gli stessi controllati. Bruciano materia prima che potrebbe essere riciclata, sono in contrato con la raccolta differenziata, producono diossina e nanoparticelle, consumano più energia di quanta ne producono e sono costosissimi, pertanto sono finanziati con i Cip 6. Per funzionare, necessitano dell'aggiunta del 5 per cento di reagenti e additivi. Producono un residuo del 30 per cento di ceneri tossiche che finiscono in discariche speciali e 8 inceneritori emiliani corrispondono al solo di Acerra. L'incenerimento contrasta con le direttive europee che ne prevedono la fine entro il 2020». ANAI

 

Replica di A2A
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Alla cortese attenzione del
Dott. Antonio Sasso
Direttore Responsabile Roma

Milano, 01 aprile 2014

Gentile Direttore, 
in merito all’articolo “Attiviste in piazza: basta con le visite all'inceneritore di Acerra”, pubblicato il 31 marzo dal Roma, desideriamo precisare alcuni elementi utili a correggere le informazioni errate contenute nel testo.

1. Tutti i dati sulle emissioni dell'impianto di Acerra, monitorati in continuo 24 ore su 24, sono pubblicati sul sito www.a2a.eu e sul sito dell'osservatorio ambientale.

2. Il termovalorizzatore di Acerra è dotato dei più efficienti sistemi di trattamento dei fumi, che permettono all'impianto di mantenere le emissioni molto al di sotto di quanto stabilito dai severi limiti imposti dall'Autorizzazione Integrata Ambientale che ne disciplina il funzionamento; L'A.I.A. in vigore ad Acerra ha fissato limiti massimi sulle emissioni sensibilmente inferiori, fino al 75% in meno, rispetto ai limiti previsti dalla legge italiana (decreto legislativo n.133/2005) ed europea (direttiva 2010/75/UE).

3. Al termovalorizzatore di Acerra viene conferita la frazione secca dei rifiuti prodotti ogni giorno dalle famiglie, che non sono raccolti separatamente. E' bene ricordare che in materia di raccolta differenziata le decisioni spettano ai singoli comuni, che possono decidere come effettuare la raccolta e come differenziare i rifiuti; nei paesi del nord Europa considerati più virtuosi nella gestione dei rifiuti, grazie ai termovalorizzatori e alla raccolta differenziata spinta è stato possibile eliminare quasi del tutto il ricorso alla discarica; in questi Paesi il rapporto tra la quantità di rifiuti avviati alla termovalorizzazione e numero di abitanti è molto superiore alla media italiana e campana. A Milano, città in cui A2A è responsabile della gestione dell'intero ciclo dei rifiuti e in cui è presente un termovalorizzatore dalle dimensioni analoghe a quello di Acerra, la raccolta differenziata è arrivata al 50%. 

4. Il contributo del termovalorizzatore di Acerra alla produzione di diossina e polveri è assolutamente trascurabile. Come dimostrano i dati delle emissioni, infatti, rispetto a quanto autorizzato dall'Autorizzazione Integrata Ambientale, il termovalorizzatore di Acerra garantisce valori inferiori del 90% per quanto riguarda le polveri e del 99,6% per quanto riguarda le diossine. Per fare una comparazione, gli esperti del Cewep (Confederetion of European Waste to Energy Plants) hanno calcolato che nella sola notte di capodanno del 2005, a Napoli, la diossina emessa dai petardi esplosi è stata pari a quella emessa da 120 termovalorizzatori per un intero anno di funzionamento.

5. Nel solo 2013, il termovalorizzatore di Acerra ha prodotto energia elettrica per oltre 200 mila famiglie, smaltendo oltre 600 mila tonnellate di rifiuti, che diversamente sarebbero finiti in discariche o in altri impianti, e contestualmente ha evitato l'emissione in atmosfera di 146 mila tonnellate di Co2 e il ricorso a 111 mila tonnellate di petrolio equivalente e altri combustibili fossili.

6. Le ceneri pesanti prodotte dal termovalorizzatore di Acerra vengono trattate da aziende specializzate che separano le varie frazioni metalliche per avviarle alle fonderie. Gli inerti sono utilizzati come materiali per produrre cemento; quindi anche questi materiali vengono recuperati.

7. Gli otto termovalorizzatori dell'Emilia (regione che ha oltre un milione di abitanti in meno della Campania) hanno complessivamente una capacità di  rattamento pari a oltre 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti. In Lombardia sono presenti 13 termovalorizzatori per una capacità di trattamento complessiva di oltre 2,5 milioni di tonnellate.

8. Le direttive europee in tema di rifiuti non "prevedono la fine degli inceneritori entro il 2020". La direttiva europea 2008/98/CE stabilisce che:" Per proteggere maggiormente l'ambiente, gli Stati membri devono adottare delle misure per il trattamento dei loro rifiuti conformemente alla seguente gerarchia, che si applica per ordine di priorità:

a) prevenzione;

b) preparazione per il riutilizzo;

c) riciclaggio;

d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;

e) smaltimento.

Infine, desideriamo ricordare che nel solo 2013 sono stati oltre 3600 gli studenti accompagnati dai propri insegnanti che hanno voluto visitare il termovalorizzatore di Acerra, oltre ai rappresentanti di tanti comitati e associazioni cittadine; persone che pur avendo a volte idee differenti hanno comunque visitato l'impianto verificando di persona le modalità con cui viene gestito e dando vita a importanti momenti di confronto, dialogo e trasparenza.

Certi di aver contribuito a ristabilire la verità circa il funzionamento del termovalorizzatore di Acerra e nell'attesa di veder pubblicata questa lettera, porgiamo cordiali saluti.

Ufficio stampa A2A