Giovedì, 09 Ottobre 2014 08:03

Conferenza nazionale sui rifiuti "Chiudere il cerchio"

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Milano lunedì 6 Ottobre 2014.  

Si è tenuta oggi a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, la Conferenza nazionale sui rifiuti “Chiudere il cerchio”, organizzata dagli Amici della Terra.

Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra, ha focalizzato la sua relazione introduttiva sul confronto fra i dati della gestione dei rifiuti dei paesi europei. Da vent'anni il confronto presenta risultati inequivocabili: gli unici paesi che riescono a ridurre al minimo il conferimento dei rifiuti in discarica e ad ottenere buoni risultati di recupero di materia sono quelli che hanno messo in sicurezza il sistema di smaltimento, attraverso una rete adeguata di inceneritori con recupero di energia. La stessa cosa si rileva dal confronto fra regioni italiane: negli ultimi vent’anni il Nord si è messo perfettamente in linea con gli orientamenti adottati dall’Unione europea e in qualche caso si trova addirittura in una posizione di avanguardia. Il Sud, che è arrivato a comprendere anche Roma, si affida ancora alle discariche e all’esportazione dei rifiuti.

Per superare questa situazione, che vede l’Italia divisa in due, il governo ha introdotto nel decreto “Sblocca Italia” un articolo (art. 35), finalizzato a dotare finalmente il Mezzogiorno degli impianti di recupero e di termovalorizzazione necessari all’autosufficienza e di ottimizzare in tutta Italia l’uso di quelli già esistenti. Gli Amici della Terra apprezzano quest’approccio, ritenendo, però, che occorra salvaguardare i principi di prossimità e autosufficienza per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti urbani, introducendo precisi vincoli per gli impianti sull’accettazione dei rifiuti “extraterritoriali”, da quelli economici a quelli regolamentari, a vantaggio delle comunità locali.

Gli Amici della Terra concordano con la proposta di Antonio Massarutto di sanzionare le regioni che inviano altrove i rifiuti, decurtando automaticamente i contributi governativi ai comuni interessati e destinando interamente i proventi dell’ecotassa a compensazione delle aree che ospitano gli impianti di destinazione. Si tratta di introdurre meccanismi di responsabilizzazione per le amministrazioni locali e i cittadini.

“Ci auguriamo che l’iniziativa del governo susciti un dibattito aperto e privo di infingimenti – ha concluso Rosa Filippini – perché solo un’informazione corretta consentirà alle popolazioni dei territori piegati dall’emergenza di distinguere fra le decisioni che provocano disastri ambientali e quelle che consentono di risanarli, fra la politica demagogica e quella utile e responsabile.”

La Conferenza ha visto gli interventi di numerosi relatori, in rappresentanza del mondo industriale, istituzionale e scientifico.

Marco Franceschini, di Ref-e, ha ricorda che l’Europa disegna una strategia chiara che pone la prevenzione, ossia la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, come priorità, seguita dal riutilizzo e recupero di materia. Il recupero energetico, che include la termovalorizzazione in impianti efficienti, è posto in posizione superiore rispetto alle operazioni di smaltimento, cui si dovrebbe ricorrere solo in via residuale.

Beniamino Bonardi, degli Amici della Terra, ha affrontato il problema dell’attendibilità delle statistiche sui rifiuti, analizzando in particolare quelle di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, che nel corso degli anni ha attribuito i circa otto milioni di rifiuti indifferenziati sottoposti al pretrattamento meccanico-biologico alle destinazioni più diverse, indipendentemente da ciò che avveniva effettivamente nella realtà. Per tre anni, le statistiche di Eurostat hanno calcolato questi otto milioni di rifiuti come destinati al compostaggio, gonfiando questo dato al di là di ogni plausibilità.

Paola Petrone, direttore Amsa, ha sottolineato come il coinvolgimento dei cittadini, la comunicazione e la trasparenza, siano stati determinanti per superare la crisi milanese del 1995. Un percorso che oggi si è concluso con l’introduzione del servizio di raccolta dell’umido presso le utenze domestiche, partito nel 2012, un passaggio fondamentale che ha permesso di raggiungere quota 52% di raccolta differenziata. Esperienza di successo grazie anche al progetto di comunicazione che ha visto l’Azienda e le istituzioni collaborare proficuamente con il territorio. Oggi Amsa e il gruppo A2A garantiscono la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, grazie al recupero energetico della frazione indifferenziata nel termovalorizzatore Silla2.

Vito Iaboni, degli Amici della Terra, ha esaminato la situazione della Campania e in particolare la sua carenza di impianti di trattamento dei rifiuti, frutto del ritardo accumulato in venti anni di emergenza. L’impianto di termovalorizzazione di Acerra, avviato nel 2010, ha consentito sinora di sottrarre alla discarica circa tre milioni di tonnellate di rifiuti, mentre sono state avviate al riciclo in cementifici circa 500.000 tonnellate di scorie di combustione.

Davide Tabarelli, di Nomisma Energia, ha osservato come sia difficile trovare un fallimento economico più clamoroso dello spreco che l’Italia fa buttando in discarica 17 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, un po’ più della metà di quanti ne produce. Da una parte si aggrava il problema delle discariche, che nessuno vuole e, dall’altra, si buttano enormi quantità di energia. Nelle economie più avanzate in termini di cultura ambientale, come in Germania e nei paesi scandinavi, a valle della raccolta differenziata e del riciclaggio vi è sempre il recupero energetico. Il semplice buonsenso suggerisce che un livello di differenziata e riciclaggio oltre il 70% è impossibile. Riciclare all’infinito la carta o alcuni imballaggi non è fisicamente possibile ed è molto dannoso per l’ambiente a causa dell’impiego massiccio di energia e di composti chimici. I paesi che hanno chiuso le discariche lo hanno fatto solo grazie ad un massiccio ricorso al recupero energetico. 

Walter Righini, presidente di Fiper, si è soffermato sulla situazione delle potature del verde pubblico, oggetto di due diverse classificazioni da parte di due ministeri: per quello dello Sviluppo economico sono un sottoprodotto, per quello dell’Ambiente un rifiuto. Nel primo caso, un loro utilizzo energetico comporterebbe un ricavo di 80-120 milioni di euro, mentre smaltirle come rifiuto comporta un costo di 180-240 milioni.

Massimo Medugno, direttore di Assocarta, ha evidenziato le contraddizioni legislative, che da una parte richiedono che gli impianti di riciclaggio dei rifiuti raccolti in modo separato siano “prossimi” ai luoghi di produzione dei rifiuti, al fine di ridurne la movimentazione. Dall’altro, con il recente decreto Competitività, si sono penalizzate le imprese che autoproducono energia attraverso sistemi di cogenerazione ad alto rendimento, disincentivando l’utilizzo energetico degli scarti derivanti dalle operazioni di riciclaggio.

Filippo Brandolini, presidente di Federambiente, ha sottolineato come una corretta gestione dei rifiuti non si basi su ricette miracolistiche o sullo spostamento del problema nel tempo e nello spazio ma su un ciclo integrato che va progettato, organizzato e gestito per massimizzare il riciclo, il recupero di materia e di energia, utilizzando, nel rispetto delle norme e della gerarchia comunitaria, tutti gli strumenti e le tecnologie disponibili, compresa la termovalorizzazione, che è indispensabile per la chiusura del ciclo e per il superamento dello smaltimento in discarica.

Per Luciano Piacenti, di FISE – Assoambiente, il sistema impiantistico nazionale per il trattamento dei rifiuti presenta ancora oggi notevoli criticità che sono la risultante di scelte effettuate su base locale e senza una strategia unitaria di pianificazione di lungo periodo con chiara definizione degli obiettivi da perseguire e degli strumenti per attuarli. L’avvio di un reale ciclo integrato e industrializzato di gestione dei rifiuti è ostacolato oggi da gravi e diffuse lacune operative. La dotazione impiantistica presenta una distribuzione, a dir poco, irrazionale con insufficienze importanti in alcune aree, sovradimensionamento in altre e con non pochi impianti oramai obsoleti. Appare quindi necessario ripensare il sistema impiantistico, definendo una strategia di lungo periodo e individuando un centro di coordinamento e di attuazione per assicurare i presupposti di una pianificazione atta a superare le forti disomogeneità territoriali. Dovendo definire un possibile obiettivo da raggiungere per conseguire una chiusura del cerchio virtuosa, ci si può riferire a quanto già accade nei Paesi europei più evoluti da tale punto di vista in cui la gestione sostenibile dei rifiuti è organizzata sulla base di un mix ottimale di circa il 50-60% di recupero di materia e di circa il 50-40% di recupero di energia.

Quello dei rifiuti è il più drammatico dei paradossi italiani e per comprenderlo a fondo bisognerebbe forse disturbare la psicanalisi, ha osservato Chicco Testa, presidente di Assoelettrica. Per tutti i paesi europei i rifiuti domestici sono un problema, certamente, ma perfettamente risolvibile. Basta considerarli una risorsa e non una vergogna; basta utilizzarli con intelligenza, recuperando la massima parte di ciò che è davvero riciclabile e sfruttando il rimanente per produrre energia, e non spedirli imballati per bene nel nord Europa, dove a carissimo prezzo vengono, appunto, utilizzati con intelligenza. Se ne discute, spesso a sproposito, da almeno 30 anni, come se fosse una questione ideologica, quando invece è soltanto una questione di buona amministrazione quotidiana.

Claudia Terzi, Assessore Ambiente Regione Lombardia, ha puntato il dito sul fatto che la Lombardia si trovi oggi costretta a dover difendere l'autosufficienza conquistata in questo campo, grazie agli enormi sacrifici delle nostre comunità, dalle decisioni del governo di Roma, che vorrebbe far smaltire alle Regioni virtuose i rifiuti provenienti da fuori, facendo pagare ai lombardi sprechi e incapacità gestionali altrui.

 

Comunicato stampa

  • Sintesi degli interventi della seconda giornata
    • Comunicato stampa 25-09-2014. “Chiudere il cerchio”.  
    • Comunicato finale della Conferenza 6-10-2014  

Presentazioni

  • Programma

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    Scarica il programma della Conferenza.

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    Scarica la sintesi degli interventi.

  • Rosa Filippini  Amici della Terra
    Marco Franceschini  Ref- e
    Beniamino Bonardi  Amici della Terra
    Paola Petrone  AMSA
    Vito Iaboni  Amici della Terra
    Thomas Vollmeier  TBF+Partner AG
    Claudio Galli  Herambiente S.p.A.
    Antonio Massarutto  DIES Università di Udine
    Massimo Di Molfetta  Corepla
    Vanesssa Gallo  Fiper
    Massimo Medugno  Assocarta
    Claudia Terzi  Regione Lombardia

Audio della Conferenza

con la partecipazione di

  • AssoAmbiente
  • Assocarta
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Letto 16771 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Ottobre 2014 08:40