"Quali prospettive per il SNPA?" - Intervista di Monica Tommasi ad ArpatNews
Monica Tommasi è laureata in ingegneria ambiente e territorio. Ha lavorato nel suo campo specifico come professionista. Ha collaborato con l’associazione Amici della Terra-Italia nella realizzazione di studi e progetti nei settori della sostenibilità ambientale, energia e trasporti. E’ Presidente dell’associazione Amici della Terra dal 2015.
Si è appena conclusa la prima conferenza nazionale del Snpa. Come Amici della Terra siete stati dall’inizio degli anni novanta i promotori solitari di un referendum che ha dato vita al sistema delle agenzie ambientali, come giudicate a 25 anni di distanza il percorso fatto?
Ne siamo molto orgogliosi. Siamo infatti all’origine non solo della solitaria raccolta delle firme per il referendum del 1992 (con l’aiuto dei comitati Segni e, quello decisivo del partito Radicale) ma anche della vittoriosa campagna elettorale del 1993; della presentazione della proposta di legge a prima firma Rosa Filippini per l’istituzione delle Agenzie nazionale e locali per la protezione ambientale; della dura discussione parlamentare con il Governo, con le parti sociali e con i movimenti che mantennero a lungo una posizione contraria; dell’approvazione della legge 61, l’ultimo giorno della XIa legislatura; della nomina del primo presidente dell’ANPA Mario Signorino, già fondatore degli Amici della Terra e ideatore della riforma.
E ci sentiamo quindi di rivendicare anche le iniziative del presidente Signorino, volte a costruire il sistema attraverso l’approvazione dello statuto che regolava i rapporti tra ANPA e le Agenzie regionali; a stimolare le Regioni per l’approvazione delle leggi istitutive delle singole Agenzie regionali; a immaginare e a sollecitare la costruzione di un sistema a rete, con l’aiuto del personale e dei primi dirigenti dell’ANPA (ricordiamo per tutti l’ing.Roberto Mezzanotte) anche attraverso la disponibilità e il protagonismo delle prime Agenzie regionali nelle Regioni più avanzate che si prestarono al tutoraggio delle Regioni e delle agenzie più svantaggiate; a organizzare le prime conferenze nazionali delle Agenzie e l’avvio della loro consuetudine.
Dopo un lungo periodo di declino dell’Agenzia nazionale dovuto all’attacco della politica che tendeva a sminuire l’indipendenza del sistema – e qui abbiamo temuto che l’intero sistema potesse collassare – siamo felici che, con la legge 132, il disegno di un sistema a rete sia stato ripreso, approvato dal Parlamento e che ora si avvii all’attuazione.
Resta solo una perplessità: perché se il sistema delle Agenzie ha una storia gloriosa, venticinque anni di età, dichiara invece di avere due anni e di essere alla prima Conferenza?
Secondo voi quali dovrebbero essere le priorità per il Snpa?
Pprioritario per il Sistema dovrebbe essere l’approvazione del Catalogo Nazionale dei Servizi e l’approvazione dei Lepta . La legge 132 è stata approvata all’unanimità nella scorsa legislatura dalle medesime forze politiche oggi presenti in Parlamento. Le stesse forze politiche, oggi, dovrebbero dare gambe alla legge finanziando e potenziando un sistema che è stato voluto.
Uno degli aspetti più complessi nella costruzione del Snpa è costituito dalla doppia relazione esistente Stato/Regioni e dal fatto che le agenzie al contempo sono legate alla dimensione regionale ed al Snpa stesso. La revisione delle leggi regionali segna il passo. Qual’è il vostro punto di vista?
Non avrebbe senso mettere mano alle leggi regionali prima di avere approvato i Lepta. La priorità secondo noi è definire e approvare le prestazioni standard per tutte le Regioni altrimenti i Lepta rimarranno solo un esercizio accademico.
A distanza di due anni dalla nascita ufficiale buona parte dei provvedimenti attuativi sono in forte ritardo, quali sono, secondo voi, le motivazioni?
La legge 132 stabilisce un elenco di azioni da attuare secondo un calendario a tappe cadenzate. Le azioni prevedono proposte da parte del sistema e decisioni e decreti attuativi da parte del MATTM e di altri organi dello Stato. Ci sembra che il MATTM sia un po’ in ritardo, visto che il documento istruttorio per il catalogo nazionale per i servizi Snpa, predisposto dall’Ispra e inviato agli inizi del 2018, non è stato ancora valutato e integrato.
In generale la politica, anche quando dichiara di pensare all’ambiente come una priorità, poi in concreto dilaziona e sottovaluta l’attuazione delle leggi e la funzionalità degli enti. È quello che sta accadendo con il Catalogo dei Servizi per l’approvazione dei Lepta. Infatti approvare il relativo decreto significa anche determinare con quali risorse erogare il complesso delle 97 prestazioni già individuate su tutto il territorio Nazionale.
Secondo noi la mancata espressione del Mattm sul documento di Ispra del 9 gennaio 2018, in accordo con tutto il Sistema, significa che ci si sta rendendo conto che l’invarianza di spesa prevista dalla 132 non è realistica e sono necessarie ulteriori risorse finanziarie, umane e strumentali. Inoltre il Sistema, nel suo complesso, ha sofferto del mancato turnover e necessiterebbe di un inserimento di nuove forze al suo interno.
La legge 132/2016 che ha istituito il Snpa è stata approvata all’unanimità dal Parlamento e, ovviamente, costituisce un punto di mediazione fra le varie posizioni. Secondo voi quali potrebbero essere gli interventi migliorativi che potrebbero essere introdotti?
La legge è stata approvata, in termini relativi, da poco e la sua attuazione si può dire sia appena cominciata. Pensare a nuove modifiche potrebbe essere molto pericoloso. L’esperienza insegna che nuovi criteri e comportamenti possono essere sperimentati prima ancora che diventino legge.
Ci rendiamo conto che il vero problema sono le risorse finanziarie e, per questo, la strada più opportuna potrebbe essere quella di identificare stanziamenti per attuare specifiche misure da approvare con la legge di bilancio. Non ci pare essenziale modificare le Leggi Regionali prima dell’approvazione dei Lepta.Viceversa si correrebbe il rischio di avere sempre un paese a due velocità con Regioni ricche e virtuose ed altre che segnano il passo.
Circa la Governance del SNPA è indubbio che questa è assai complessa con svariati organi di direzione politica che interagiscono tra di loro; per funzionare il Sistema, che da quanto è emerso nella Conferenza della scorsa settimana è coeso, avrebbe bisogno di un interlocutore forte e sempre presente. Per questo crediamo che il Ministero dell’Ambiente e la Conferenza Stato Regioni dovrebbero lavorare insieme con costanza e decisione.