Anche Starace riconosce che non c’è più posto per l’eolico in Italia e che il solare va fatto sui tetti

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COMUNICATO STAMPA

Roma, 2 dicembre 2021 - E’ sorprendente l’intervista a Starace del Corriere della Sera. A parte l’entusiasmo per una veloce transizione verso un’economia che dovrebbe ottenersi solo con le rinnovabili elettriche intermittenti e batterie ancora da inventare e da impiantare, siamo molto felici che venga posto con nettezza il problema dell’eolico nel nostro paese riconoscendo che i siti per piantare le pale sono esauriti.

Anche sul solare Starace sostiene quello che noi diciamo da molto tempo, ovvero che possa essere utilizzato tutto il potenziale esistente sui tetti degli edifici e sui capannoni industriali e agricoli.
A differenza di Starace noi non crediamo che questo sia sufficiente a coprire tutta la domanda energetica anche per la produzione industriale e non abbiamo così tanta fiducia nelle batterie.

Tuttavia è molto importante studiare bene questa questione e proprio ieri il responsabile dell’Area “Monitoraggio e analisi integrata uso suolo, trasformazioni territoriali e processi desertificazione” dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), Michele Munafò, ha dichiarato a Striscia la Notizia: “Riteniamo che i pannelli debbano essere messi su suoli già impermeabilizzati, partendo dagli edifici esistenti. Abbiamo migliaia di chilometri quadrati di tetti. Se noi escludiamo i tetti dei centri storici o delle aree centrali delle città o i tetti non disponibili arriveremo, comunque, ad avere una disponibilità di 700/900 Km quadrati di tetti, una superficie assolutamente in grado di ospitare tutti i pannelli che ci servono”.

Ci auguriamo che finalmente il dibattito su questi argomenti non sia più censurato e che si possa procedere ad un’analisi seria del problema sulla base di dati certi forniti dalle agenzie tecniche dello Stato garantendo anche una piena tutela dei valori paesistici e della biodiversità del territorio italiano.