Scorie nucleari all'estero. Un decreto scaricabarile

on .

Roma, 20 dicembre 2004

Gli Amici della Terra lo scorso anno, da soli, avevano sostenuto la necessità di un impianto per lo stoccaggio definitivo delle scorie radioattive e di una seria azione di informazione e dibattito che affrontasse le rivolte popolari. Rosa Filippini, commenta così il decreto del Governo: "Si tratta di un decreto scaricabarile che tenta di rinviare il problema ad altri paesi europei e, per l'Italia, di qualche decennio. Con esso si avalla un'immagine nazionale irresponsabile e pasticciona, disposta a pagare qualsiasi prezzo pur di allontanare le scorie e le rivolte locali. Ma i rinvii sono solo illusori e demagogici.

Infatti la decisione coinvolge, più di quanto non sia già avvenuto in passato, gli impianti di riprocessamento europei che funzionano anche da siti di stoccaggio provvisorio delle scorie italiane. Gli ambientalisti di Sellafield in Gran Bretagna protestano, giustamente da anni, contro questi stoccaggi a tempo indefinito e contro le stesse operazioni di riprocessamento che alimentano l'industria nucleare europea.

Anche il problema delle rivolte locali italiane non è affatto superato perché per poter accogliere fra vent'anni le scorie che derivano dalle operazioni di riprocessamento, occorrerebbe predisporre da subito un sito definitivo in Italia.

Dobbiamo inoltre rilevare che l'ambientalismo italiano non è in grado di dare un contributo responsabile: Legambiente, e ora, leggiamo, anche il WWF, nello stesso solco del Governo, si augurano addirittura che i nostri problemi trovino una furba soluzione definitiva oltralpe. I Verdi, dopo aver appoggiato incondizionatamente le rivolte locali dello scorso anno, ora contestano il decreto causato dalle loro stesse proteste".